In sesto

Maria Novella Del Signore

Untitled

E' stato scritto che James Lovelock, il padre della teoria di Gaia, è stato per la scienza ciò che Gandhi è stato per la politica. Non secondari i suoi insegnamenti anche per l’arte, a ben vedere. Esiste da tempo una sensibilità per cui l’origine dell’opera d’arte, anziché confermare per via di mimesis il dominio dell’uomo sulla natura, crea le condizioni docili affinché siano forze e consistenze della natura a qualificare le forme come estetiche. Dal gruppo giapponese Gutaj in avanti gli esempi si sommano per oltre mezzo secolo; ma l’operazione è tutt’altro che immediata; postula la ricerca d’un punto d’equilibro fra tecnologia e natura che è bene non dare mai per scontato; richiede sensibilità, pazienza e, non di rado, capacità di lavorare per sottrazioni e scarti minimi.

I materiali impiegati da Maria Novella Del Signore sono organici, deperibili, incoerenti: cera molle, polveri, tessuto. Intervengono forze ed energie naturali, come il calore, la gravità, l’umidità, l’aria, l’irradiazione della luce. La verità dei fenomeni naturali viene assunta come condizione estetica primaria; il lavoro dell’artista, la sua stessa moralità, consiste nel rendere manifeste le energie latenti della terra madre e nutrice.

Untitled 1, 2 and..., del 2007: lastre di alluminio arricciate ai bordi, a modo di vassoi, sopra i quali sono allineati quattro grumi di cera, dalle volute sensuali; tengono la rassicurante ordinaria volumetria della michetta e la consistenza della materia cerebrale; l’antitesi tra organico e inorganico, tra il calore animale e il freddo del metallo è percepibile fin oltre i limiti del rappresentabile. Animal Earth, 2007: dodici bassi telai, collocati a terra nello spazio della galleria, sopra cui è distribuito uno strato di carbonato di calcio; tra essi, corre una fitta rete di tubi capillari, che dolcemente insufflano la materia, che così inizia a pulsare, a vivere di un soffio animale.

Alessandro Del Puppo
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