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Ksenija Čerče (1969)

La ricerca di Čerče ruota attorno ai rapporti tra elemento naturale ed elemento digitale, sondati principalmente mediante installazioni, video e audio. Ciò che accomuna i suoi lavori è la ricerca della trasparenza e la comunicazione di un’idea di transitività. Nel trittico water...story people, realizzato nel 2005 a New York, l’artista concentra la percezione dello spettatore sui movimenti tra una serie di eventi acustici e visivi, facendo leva sulla tensione generata dal rapporto presenza-assenza di suoni ed immagini. Čerče sperimenta, infatti, la maniera in cui si reagisce al silenzio quando viene improvvisamente tolta una melodia o viene sottratta la voce narrante ad una sequenza video, oppure come si modifica la ricezione di una determinata immagine se presentata senza accompagnamento melodico.

Nel trittico si succedono queste sequenze: una prima parte (water), in cui una voce narrante legge un flusso di parole composte dall’artista stessa, impostate su un’immagine che riprende una superficie d’acqua; la parte centrale (story) sperimenta prima l’effetto della sola voce narrante con lo schermo a nero, poi quello della visione di un cavallo bianco senza accompagnamento vocale. Nell’ultima parte, infine, voce e immagine tornano a presentarsi assieme.

Čerče’s installations, video and audio researches are focused on the relationship between natural and digital elements. A common factor is represented by the search for transparency and the intention to communicate an idea of transitivity. In her triptych called water... story people (made in New York in 2005) she forces the viewer to focus on movements between various visual and acoustics events, and directs their perception on the presence or absence of sounds and images. She researches the effects produced on the viewer when suddenly a melody or a voice in a video is abruptly cut off, or how the whole perception is modified when the music is absent.

The triptych is made by three parts. In the first part called water a voice over a video of the sea surface reads a fluxus of words written by Čerče. The second part (story) starts with a voice over the black screen and is followed by a sequence of a white horse breathing. Finally in the third and last part, voice and images are back together again.

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