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Michele Spanghero (1979)

Nel panorama artistico italiano il lavoro con oggetti sonori (installazioni e performance musicali, field recordings, etc.) riveste un ruolo marginale, a differenza della diffusa considerazione che si offre a questa pratica all’estero. Spanghero è un artista che si esprime principalmente con il suono. Durante un viaggio solitario verso l’Estonia, ha registrato voci, suoni, rumori di quell’esperienza, fatti poi confluire nelle due installazioni presentate a Licôf.

In Almost Solo (2008) il bagaglio sonoro raccolto durante il viaggio viene fatto risuonare dentro il contrabbasso che lo ha accompagnato (e con cui Spanghero si è esibito) lungo il viaggio. Due speaker sono posizionati sulla cassa armonica dello strumento; essi trasformano il segnale audio in vibrazione meccanica, facendo così risuonare la superficie dello strumento in maniera tale da emettere un suono filtrato dalle frequenze del corpo del contrabbasso. In un certo senso, la si può leggere come una performance senza esecutore: il contrabbasso è stato il compagno di viaggio, lo strumento con cui l’artista si è esibito e in questa installazione lo strumento suona il ‘diario acusmatico’ dell’artista.

Artworks focused on sounds (as installations, musical performances, field recordings and so on) have been produced extensively abroad, but not the same has happened in Italy. Spanghero basically works with sounds. The two installations presented here are based on recordings of voices, sounds and noises made during a solo journey to Esthonia.

In Almost Solo (2008) these recordings are played inside the contrabass that he brought and played during his journey. Two speakers are positioned against the body of the instrument, which vibrates. This is somehow a performance without a player and the instrument is the ‘acoustic diary’ of the traveling artist.

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