Camera Obscura

Ulrich Vogl

Il lavoro dell'artista tedesco Ulrich Vogl è tutto incentrato su un uso particolarissimo, quasi "magico", di quegli elementi che sono da sempre alla base del processo visivo: la luce (e le ombre), il riflesso, la proiezione. Da qui il titolo di questa mostra personale, Camera obscura: una citazione di quello strumento che fu antenato per antonomasia della macchina e della visione fotografica.

Le fondamenta del lavoro di Ulrich Vogl poggiano infatti da un lato sulla tecnica del disegno, dall'altro sulla fotografia, o meglio sul principio di "impressione fotografica": è infatti per mezzo della luce, del riflesso, del disegno di ombre di oggetti reali, che l'artista "imprime" sia il mondo reale – lo spazio fisico in cui sono collocati i suoi lavori – che l'immaginazione dello spettatore.

Al contempo, però, egli sviluppa, nell'osservatore, il dubbio tra ciò che la realtà è e come essa viene invece percepita. Vogl crea infatti mondi interi con sale e stagnola, trasporta infinite galassie in una stanza grazie ad un semplice proiettore, alterando così lo spazio del visitatore, che si trova ad interagire con oggetti che fisicamente sono a lui familiari ma che allo stesso tempo rinviano, con uno slancio immaginifico, a tutt'altro.

Ulrich Vogl’s visual practice involves the thaumaturgical arrangement of elements such as light, shadow, reflection and projection. The title of this solo exhibition, Camera Obscura, comes from the rudimentary optical device from which the modern camera was developed. It nods to Vogl’s visual language which lies somewhere between drawing and photography. Here, the exhibition space is transformed into a camera obscura of sorts. Through the light and shadow of the objects, the artist articulates the space. The nature of his installations sees the work change with the movement of the observer through the space and creates dissonance between what is reality and what is perceived. Using mundane objects like aluminium foil and salt, the artist conjures up landscapes and cloudscapes, he puts endless galaxies into a room with the simple use of projectors. In this way, the observer finds himself in a situation of interactions with familiar objects which are manipulated with great economy to create enchanting works of great imagination.

Essiccatoio Bozzoli, San Vito al Tagliamento

A cura di Giorgia Gastaldon

Of Islands and Clouds (Di isole e nuvole), 2008
carta stagnola, filo, barre di metallo, sale, luci, 350 x 450 x 450 cm

Of Islands and Clouds (Di isole e nuvole), 2008
carta stagnola, filo, barre di metallo, sale, luci, 350 x 450 x 450 cm

Radion, 2011
giradischi, proiettore, ciotola di plastica, 20 x 37 x 140 cm, versione 2 di 3

Of Islands and Clouds (Di isole e nuvole), 2008
carta stagnola, filo, barre di metallo, sale, luci, 350 x 450 x 450 cm

Window Pasolini (Finestra Pasolini), 2014
tessuto, specchio, vaso, foglie, ventilatore, lampada, specchio, dimensioni variabili

Radion, 2011
giradischi, proiettore, ciotola di plastica, 20 x 37 x 140 cm, versione 2 di 3