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Alberto Scodro

Alberto Scodro, Untitled Glasssand - San Vito al Tagliamento, 2018
minerali e metalli vari, 70x75 cm
ph. credits: GC / Palinsesti 2018

I lavori di Alberto Scodro sono delle matasse di energia e sono concepiti come prolungamenti o sottrazioni dello spazio circostante. Prediligendo un approccio site-specific, l’artista ricorre alla scultura e all’installazione per rendere visibili le tensioni e le forze che attraversano gli spazi, siano essi architettonici o naturali. Da sempre interessato all’utilizzo di materiali naturali, negli ultimi anni la sua ricerca si caratterizza per un approccio più scientifico e rigoroso: l’artista conduce infatti sperimentazioni nel suo studio assemblando materiali di scarto con minerali naturali e artificiali al fine di indagare i processi di fusione e aggregazione tra materie. Affascinato dalle trasformazioni che portano alcune sostanze a resistere e altre a evaporare diventando parte dell’atmosfera, per l’artista l’opera finale è ciò che naturalmente si oppone a questo continuo processo di trasformazione.
La selezione dei lavori in mostra introduce a una ricerca alchemica e magica capace di condurre l’osservatore lontano nel tempo e nello spazio.
Alberto Scodro (Marostica, 1984) ha studiato restauro e Arti Visive allo IUAV di Venezia e oggi vive e lavora tra Nove (VI) e Bruxelles.

Untitled glasssand - San Vito al Tagliamento, 2018-19

La compressione del tempo e la trasformazione della materia sono i temi alla base di questa scultura. Essa è costruita attraverso un processo di fusioni sovrapposte, con temperature e tempi diversi, di vari materiali di origine minerale in parte individuati nel territorio di San Vito al Tagliamento. Immagino questo lavoro, che si compone per strati, come un archivio di materie, tempi e paesaggi dedicato a questo paese.
Per lo studio della forma ho tratto ispirazione dai due elementi presenti sulla facciata della Chiesa di Santa Maria dei Battuti: il rosone e l’arco. Il rosone, inclinato nella scultura dal suo asse verticale a quello orizzontale, porta la luce nella materia plastica. L’arco, intrecciato ad altri, connette la scultura alla terra e suggerisce un’idea di circolarità che appartiene sia al processo ciclico di formazione dell’opera e dei minerali in essa contenuti, sia alla suggestione più immediata del paese ricevuta durante il mio sopralluogo.
La scultura appartiene al ciclo di lavori Untitled glasssand che porto avanti dal 2014 e con cui indago il tema dell’invisibile attraverso i processi di trasformazione della materia.