Palazzo Altan
Mostra: Repertorio
Artisti:
Luca Suelzu,
Bruno Aita,
Giovanni Cavassori,
Alessandra Lazzaris,
Federico Rizzi,
Nata,
Marotta e Russo,
Elisa Galassi,
Franco Del Zotto Odorico,
Alberto Fiorin,
Seung Hee Baik,
Macellari e Tinelli.
Mostra: Intra/extra moenia
Artisti: Marcello Mascherini.
Note storiche
Il Palazzo Altan fu edificato nel corso del '600 in borgo di Taliano dove, nel 1603, la famiglia dei Conti Altan aveva acquistato un modesto edificio.
Con alcune modifiche edilizie e con l'acquisto della Torre Grimana, nel 1751, e la costruzione dell'oratorio neoclassico, si venne a definire architettonicamente il complesso edilizio, così come oggi si presenta. Interessante è il giardino all'italiana. È delimitato dalle due barchesse e disegnato a est da un'esedra, con tracce di pittura seicentesca, attribuibili al pittore tedesco Anton Joseph, che ricorda il classico ninfeo.
Il perimetro sud ed est del complesso è racchiuso dalle antiche fosse ed è perimetrato da mura e da una torre circolare attribuita all'espansione urbanistica del patriarca Marino Grimani.
L'impianto distributivo interno è l'insieme aggregato di due piante tripartite, di cui una è caratterizzata da un corridoio interno posto lungo l'asse longitudinale. Si segnalano inoltre gli ambienti della biblioteca settecentesca e delle sale ornate da stucchi ed affreschi. Sul soffitto della camera che certamente fu di Leandra Altan venne eseguito, presumibilmente nell'ultimo quarto del XVII secolo, un ciclo a fresco raffigurante alcuni episodi tratti dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Gli episodi qui narrati sono: L'apparizione dell'Angelo Gabriele a Goffredo di Buglione ; Armida chiede a Goffredo di Buglione l'invio di soldati tra cui Rinaldo ; Il sonno di Erminia in riva al fiume ; Battesimo e morte di Clorinda ; Rinaldo nel giardino incantato di Armida . Il ciclo, attribuito a Lucillo Candido, mostra evidenti limiti ed impacci tecnici dell'autore, quali le pose dei personaggi sgraziate e disarticolate, l'incapacità di gestire gli spazi e le palesi ingenuità formali, ma, nondimeno alcuni dettagli risultano gradevoli anche per l'aurea favolistica che pervade il tutto.
Il palazzo attualmente è di proprietà della Provincia di Pordenone che lo ha destinato a sede del Museo della Vita Contadina.