Nodo_rete

Maria e Natalja Petschatnikov

Klingers, 2006-2007
Olio su cartone, serie di 12 con varie dimensioni.

La serie dei Klingers di Maria e Natalja Petschatnikov costituisce un caso emblematico di ‘handmade-readymade’, termine che ben si appropria a molte delle opere delle due gemelle russe, interessate a indagare nel loro lavoro la soglia tra realtà e finzione, dove l’instabilità percettiva si fa carico di molteplici significazioni. La pittura, a cui tende tutto il lavoro degli esordi se pur con la sperimentazione di materiali altri, diventa qui il campo e lo strumento privilegiato per l’appropriazione e il rifacimento manuale di un oggetto simbolo del nostro transitare urbano: la targa del citofono con i campanelli degli appartamenti.

Accuratamente riprodotti con la pittura ad olio su cartone, sulla base delle fotografie scattate ai citofoni delle palazzine nel quartiere di Prenzlauer Berg a Berlino, questi quadri-oggetto racchiudono al proprio interno tracce di vita privata e trascorsi esistenziali. La sovrapposizione delle grafie e delle targhette con i nomi dei residenti indica l’avvicendarsi caotico, ma profondamente umano, delle storie private dei berlinesi; sorta di interfaccia che accoglie anche i segni vandalici del passante sconosciuto.

Tra lo spazio pubblico della strada e quello privato dell’ambiente domestico si crea la possibilità di una immediata connessione, efficace perché potenzialmente sempre disponibile e alla portata di tutti, attraverso la tecnologia elementare del bottone del campanello, collegato ad un altoparlante. Congegno primordiale di interazione tra interno e esterno, il campanello attiva un circuito lineare di informazioni tra soggetti tra loro invisibili; una struttura reticolare i cui punti nodali, impressi nella fattura pittorica delle opere, raccontano di incroci di esistenze, passaggi nelle strade della città, identità personali.

Klingers’s series by Maria e Natalja Petschatnikov forms an emblematic case of "handmade-readymade". The term fits well in the artistic world of the Russian twins, interested in testing the threshold between reality and fiction, where perceptive instability takes on manifold meanings. If early works leaned to painting, even though with experimentation of materials, painting becomes now the field and the tool for the re-making of a particular object, symbol of our urban transit: the door buzzer, with flats’ doorbells. These “paintings-objects” are carefully reproduced with oil on cardboard relief, on the basis of photographs taken in the streets of Prenzlauer Berg in Berlin. It seems like they contain private life’s traces and human stories: the overlap of handwritings and little plates with residents’ names stands for the chaotic but deeply human alternation of Berliners’ private lives; a sort of interface that holds unknown passers-by’s vandalic marks too. Between public urban space and private domestic area there is a possibility of instant connection, a real one because of its constant and potential availability to everyone, thanks to the basic technology of the doorbell’s push-button connected to a loudspeaker. As a primal device of interaction between interior and exterior, the doorbell activates a linear circuit of informations between subjects invisible to each other. It is a reticular structure with nodal points, impressed upon the pictorial surface, which tell stories about crossroads of existences, passages, personal identities.

Alessandra Tempesti
Palinsesti Arte Contemporanea © Comune di San Vito al Tagliamento | mille grazie a Wordpress.org