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Licôf

Alcune vanghe impiantate su dei piedistalli rivestiti da scarti industriali. Una stanza vuota, tetra come un bunker, illuminata dal basso dalla blanda luce di due fanali d’auto e saturata da suoni. Un materasso rosso sorretto da fragili bicchieri incastrati tra loro e, di fronte ad esso, tavoli con dei calchi ortopedici di legno. Mattonelle ricavate da riviste patinate e linee di alluminio cromate di giallo che pendono dalle pareti.

Da almeno quarant’anni lo spettatore di una mostra d’arte contemporanea si interroga sulla natura delle opere che ha di fronte, da quali intenzioni si siano mossi gli artisti e per quali ragioni i critici li abbiano presentati come tali. Spesso sbigottito, il visitatore si aggira per le sale con aria incerta, ponendosi interrogativi sulla natura stessa del prodotto che gli sta di fronte. Sia esso scultura, pittura, musica, installazione, video etc., l’oggetto artistico contemporaneo postula inevitabilmente dei quesiti. Perché, per quanto lo spettatore si trovi di fronte ad uno o più oggetti, diversamente elaborati, che vengono dichiarati come opera d’arte, è con crescente difficoltà che si riesce ad accettare che manufatti del mondo reale possano ricoprire la stessa funzione di un quadro o di una scultura, tradizionalmente intesi. Probabilmente il visitatore proverà lo stesso disorientamento anche di fronte alle opere esposte in questa mostra. Forse, di fronte alle collisioni tra scultura e pittura o alle ricerche sul lessico della produzione video, si porrà il medesimo quesito: ‘è arte?’.

Some shovels are inserted in plinths covered by rusted iron powder. An empty gloomy room resembling a bunker is lighten up from below by two car lights and is filled with sounds. A red mattress is held up by fragile glasses and in front of it sit wooden orthopedic moulds. Bricks made by glossy poor magazines and yellow chromate aluminium shapes hang from the walls.

Since almost forty years a visitor of a contemporary arts exhibition enquires the meaning of the artworks he or she is facing, what intentions pushed the artists and why critics presented them as such. Often the discouraged visitor walks around the exhibition rooms quite dismayed and asking himself what is the final nature of the works in front of him. Whatever kind of contemporary artwork we are facing, some questions arise. It is undoubtedly hard to accept that commonly used objects in our daily life can be accepted as declared artworks in form of paintings or sculptures. Most likely this puzzling experience will be felt by the visitors of this exhibition as well. Maybe they will enquire if the collisions between painting and sculpture or the research on video’s lexicon are art.

Elio Grazioli alla Fondazione Ado Furlan

Ecco il testo della conferenza che Elio Grazioli ha tenuto lo scorso 16 ottobre a Pordenone, sul tema delle 'Strutture precarie'.

Artisti

Castello e Palazzo Altan

Curatori

Emanuela Pezzetta

Info

Informazioni ed eventi

vitamino is more*