Matteo Nasini

Musicista di formazione, Matteo Nasini ha fatto dello studio del suono la sua cifra stilistica, inserendosi in quella linea di ricerca sperimentale volta a definire la correlazione esistente tra arte visiva e musica. Il suo lavoro si pone dunque su un terreno di confine labile e definito allo stesso tempo, in grado di trasformare in materia contenuti musicali complessi. Attraverso performance, installazioni sonore e opere scultoree, senza dimenticare il disegno e il ricamo, l’artista romano traduce in forma il suono, letto e interpretato come energia, vibrazione, soffio vitale. Escludendo dal processo creativo la razionalità della scelta, diventa protagonista la dimensione narrativa e onirica della materia sonora, che permette allo spettatore-fruitore di trascendere il qui e ora e di proiettarsi in un tempo altro.
L’opera Neolithic Sunshine (2018) esposta in mostra nasce dal profondo desiderio dell’artista di portare nel nostro presente un suono rimasto inudito per millenni, riflettendo in questo modo su quel mistero insondabile che è l’origine della musica. Avvalendosi della preziosa collaborazione del Museo di Storia Naturale di Verona, Nasini ha individuato e selezionato dei reperti fossili risalenti al Neolitico associabili ai primi strumenti acustici dell’umanità, per poi riprodurli in ceramica grazie al procedimento di stampa in 3D. Il risultato di queste scansioni è questa serie di raffinate sculture candide, variamente forate come flauti primordiali, il cui potenziale sonoro è stato sondato dallo stesso artista insieme ad altri musicisti contemporanei. Il risultato è una composizione polifonica d’insieme estremamente suggestiva e udibile in mostra. Neolithic Sunshine è l’evocazione di un immaginario arcaico e primigenio in cui tempi presenti diversi, che dialogano e convivono grazie ai più moderni ritrovati tecnologici, sovvertono la concezione classica di linearità della storia.

Magalì Cappellaro

Matteo Nasini (Roma, 1976), vive a Roma e dopo gli studi al conservatorio e una carriera in ambito musicale decide di dedicarsi alle arti visive. La sua ricerca si origina dallo studio del suono e del disegno e si concretizza in installazioni sonore, performance, opere tessili e scultoree. Il suo lavoro è stato esposto, tra gli altri a Clima Gallery, (Milano); Maxxi, Macro, Nomas Foundation (Roma); Museo di Villa Croce, (Genova); Villa Romana (Firenze); Centro Arti Visive Pescheria (Pesaro); Palazzo Fortuny (Venezia); Manifesta 13 (Marsiglia); EDF Foundation (Parigi).

Progetto per Premio In Sesto 2020
Meriggio assorto (render del progetto), 2020
ceramica smaltata
180x50x60 cm

In Meriggio assorto Nasini evoca la figura mitologica della sirena e ne propone una scultura in ceramica smaltata a grandezza naturale. La sirena è privata della sua vocalità e, muta e adagiata sull’erba, è immersa nella lettura di un libro.

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Neolithic Sunshine, 2018
ceramica
dimensioni variabili

crediti fotografici © Marco Davolio / courtesy Clima Gallery

Neolithic Sunshine, 2018
ceramica
dimensioni variabili

crediti fotografici © Marco Davolio / courtesy Clima Gallery