Daniele Nitti Sotres

La scultura di Daniele Nitti Sotres si esprime attraverso la scelta di una materia di origine naturale – la pietra, il metallo o gli scarti industriali – caratterizzata da una propria energia, da qualità specifiche e che risponde alle stimolazioni in maniera diversa.
Ponendo e levando, come insegna il teorico, architetto, filosofo e scultore Leon Battista Alberti nel suo De Statua (1464), Nitti Sotres arriva a elaborare tre vie per la scultura: la via della mano, intesa come strumento di lavoro della materia; la via del cuore, ovvero la passione che è necessaria per interagire con le possibilità dei materiali; la via del pensiero, della riflessione che sta dietro a un percorso scultoreo.
A Tempo al tempo Nitti Sotres espone tre cicli. Il primo è Stanze (2016-2017): maggiormente legato a una dimensione architettonica. Lo scultore ricerca uno spazio che non si può percorrere da un punto di vista fisico, ma con gli occhi, il cuore e la mente. La stanza è un luogo intimo e protetto, uno spazio trattenuto in cui si ripone l’idea di confine: il riferimento all’oggi e ai problemi che ci assillano è al centro, e la materia ne è l’elemento imprescindibile.
Il secondo ciclo è Pietreferrate (2018), composto da sculture di piccole dimensioni la cui peculiarità è lo sviluppo di piani che si aprono e chiudono attorno alle masse, seguendo le dinamiche delle pietre o aprendosi verso lo spazio circostante. Queste pietre vengono quindi “ferrate” utilizzando dei perni nascosti, determinando un’ulteriore possibilità di dialogo tra materiali, forme e spazio-ambiente.
Il terzo ciclo di lavori è Circumvoluzione (2019-2020), ovvero l’evoluzione del cerchio. Dopo due decadi di lavoro utilizzando strutture e costruzioni lineari ed angolari Nitti Sotres ha analizzato le forme circolari, perseverando nella ricerca la possibilità di dialogo tra materiali, forme e spazio. Utilizzando pietre o terracotta, tenute in equilibrio da elementi circolari metallici (interi o sezionati) nascono sculture aperte e poetiche ma non decorative.
Daniele Nitti Sotres ritiene infine che esistano due tipologie di spazio per lo sviluppo di un’opera scultorea: lo “spazio mentale”, in cui le idee cercano il proprio “respiro” per formalizzare un pensiero-riflessione, e lo “spazio fisico” d’intervento che può essere “generatore” o “contenitore” di un’opera.
Nascono opere dove idea, lavoro, materia e spazio divengono un tutt’uno.

Alice Debianchi

Daniele Nitti Sotres nasce a Milano nel 1977. Si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ove consegue un Master in Landscape Design e un diploma specialistico in Scultura.
Durante gli studi accademici scopre un forte richiamo verso la materia, in particolare i metalli e le pietre. Questo legame allontana gradualmente Daniele dalla finzione scenografica per instaurare un dialogo sempre più intimo con l'energia primaria del fare scultoreo.
Attualmente vive e lavora a Milano ed è docente di discipline plastiche, scultoree e scenoplastiche.

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Anhelo I, 2020
porfido e acciaio patinato
24x24x24 cm

photo courtesy © Archivio DNS

CONfine II, 2017
marmo di Zandobbio e acciaio patinato
48x36x32 cm

photo courtesy © Archivio DNS

Il nido del cuculo, 2017
marmo orobico e acciaio patinato
37x38x33 cm

photo courtesy © Archivio DNS