Francesco Pozzato

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Centrale, nella ricerca artistica di Francesco Pozzato, è il tema della storia, in particolar modo Antica, ovvero quell’arco temporale di 12.000 anni che inizia, all’incirca, con l’ultima glaciazione.
Il suo lavoro nasce da uno sguardo critico e analitico che prende in esame fatti, dati, reperti archeologici, aspetti peculiari e nascosti che gli permettono di analizzare il passato per offrire una nuova e attendibile narrazione della storia. L’artista rielabora le proprie conoscenze rapportandosi con l’epoca contemporanea, creando nuove connessioni temporali e proponendo una nuova riflessione sul presente.
Il suo non è il racconto di un’unica grande storia, ma l’insieme delle diverse prospettive che coesistono tra di loro: la narrazione dei vinti e i ricordi degli sconfitti. Connettendo l’antico e il passato attraverso la costruzione di ponti invisibili, Pozzato crea un “reperto contemporaneo” bloccato in un tempo cristallizzato che l’osservatore può ispezionare in ogni suo singolo dettaglio.
Il passato dell’essere umano influenza e dialoga con il mondo contemporaneo occidentale: i simboli del nostro quotidiano, infatti, altro non sono che interpretazioni di visioni passate che si ripresentano nel nostro presente.

La stampa digitale Dal Tigri al Tevere I (2021) raffigura due avvenimenti storici uniti tra loro dalle distruzioni intenzionali e dagli esiti inaspettati che li hanno contraddistinti.
L’installazione racconta da una parte il primo ritrovamento di un archivio d’argilla del Vicino Oriente, dall’altra la scoperta dell’antica decorazione parietale romana la “grottesca”.
Entrambe le vicende sono avvenute, come suggerisce il titolo, lungo il corso di due fiumi. Vicino al Tigri è stato recentemente recuperato l’antico archivio reale di Ebla, giunto dal 2500 a.c. fino ai nostri giorni grazie alla devastazione della sua acropoli: l’incendio ha cotto e conservato le tavole di argilla.
Uno dei testi ritrovati è il racconto mitologico Enuma Elish, spesso riproposto lungo le sponde del Tevere in forma ornamentale “grottesca”, la decorazione parietale antica raffigurante chimere, elementi geometrici e naturalistici colorati. Anche la sua riscoperta deriva da una distruzione intenzionale: nel 68 d.C., dopo la morte dell'imperatore romano Nerone, il Senato sancì, per la prima volta ufficialmente, la damnatio memoriae. Nel tentativo di cancellarne la memoria, la sua domus aurea venne sotterrata e trasformata nelle fondazioni di successivi edifici, permettendo la conservazione, la scoperta e la diffusione del suo apparato decorativo in epoca rinascimentale. 
Pozzato, partendo dallo studio di due vicende storicamente e geograficamente distanti tra loro, crea nuove connessioni temporali, unendo graficamente gli elementi caratterizzanti delle due storie: la distruzione, la casualità e la conservazione di beni storico-artistici.

Alice Debianchi

Francesco Pozzato (Vicenza, 1992) vive e lavora tra Venezia e Vicenza. Ha studiato Teatro, Arti Visive allo IUAV di Venezia e ha appena concluso il corso di studi in Storia del Mediterraneo Antico e Medievale all’Università Ca’ Foscari. La sua ricerca installativa insegue il ricordo della sconfitta focalizzandosi su ciò che è sopravvissuto, tra narrazione storica e archeologia. Recentemente ha partecipato a diverse mostre bi-personali: a Palazzo Merulana (Roma), Base Arte Contemporanea Odierna (Bergamo), Cattedrale Ex Macello (Padova), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino). La sua ultima mostra personale è In this sign, you shall lose (Vicenza).

Leoni mansueti all’ombra dei tigli, 2021
collage di riferimenti iconografici
450x350x50 cm
Progetto per il Premio in Sesto 2021

Dal Tigri al Tevere I, 2021
stampa su tessuto in poliestere blockout e organi di trasmissione in ghisa
320x320x320 cm