Jérémy Berton

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Jérémy Berton si impadronisce degli oggetti della vita quotidiana per mettere in discussione la realtà e le sue rappresentazioni. Attraverso un approccio meticoloso e metodico traspone tavoli, scope, cavalletti e ombrelloni in una nuova dimensione poetica.
Le sue sculture sono una sottile miscela di composizioni, equilibri, giochi di scale e illusioni capaci di catturare l'attenzione dello spettatore e di ribaltarne la prospettiva.
L'umorismo che caratterizza le sue opere deriva da un intreccio tra l’approccio riflessivo e il modo incisivo, fantasioso e inaspettato che l’artista impiega per rielaborare gli oggetti del suo studio.
L’approccio artistico di Berton nasce dalla sua passione per il disegno, il trattamento delle superfici, la percezione e l'illusione. Il suo universo è dinamico e colorato, capace di afferrare le immagini per trasformarle e riattivarle nello spazio con umorismo, leggerezza e precisione. La scultura diventa un mezzo per rendere gli oggetti più grandi e palesi nella realtà.

Per il Premio In Sesto l’artista espone tre lavori, tutti realizzati nel 2021 e uniti da un tema comune: l’essere umano. Partendo da un’analisi sull’“io interiore”, Berton affronta la continua ricerca da parte dell’uomo di raggiungere uno status sociale migliore rispetto a quello in cui vive, non sempre nel rispetto della natura e degli altri esseri viventi.
La serie di sculture Your true self is a false mirror nasce da una ricerca nel mondo intangibile, attorno ai riferimenti di carattere psicologico e magico che attribuiamo all’oggetto domestico dello specchio. Il motivo stampato sulle forme ellittiche, che richiamano le dimensioni di un volto, dona un riflesso stilizzato e vibrante alla superficie della resina; mentre gli specchi, simili agli oblò di una parete, inviano immagini vuote allo spettatore.
Hope si spira ad una fotografia, di origine sconosciuta, che ritrae i diamanti più grandi del mondo, mettendo in discussione la rappresentazione del loro valore economico. I blocchi di gesso richiamano le forme sintetizzate di un camion blindato con appoggiata al di sopra una mano in resina che ci consegna, o porta via, i diamanti stessi. La “speranza” è, per ironia della sorte, il nome di uno dei diamanti incastonati.
L’enigmatica scultura Loot rappresenta una maschera, possibile accessorio di un ladro o di un vigilante, che galleggia sopra a un cumulo di gettoni di un bottino abbandonato. La piccola composizione suggerisce la narrazione sospesa di una rapina eroica.

Alice Debianchi

Jérémy Berton (Villeneuve Saint Georges, 1986) vive e lavora a Parigi alla scuola di Beaux Arts, presso la quale si è laureato nel 2010. È co-fondatore dell'associazione New Folder e dell'Atelier Entre-Deux a Pantin, in Francia. La sua ricerca scultorea mette in discussione la realtà: le opere, sfumate in una sottile miscela di composizioni, equilibri, giochi di scale e illusioni, riescono a catturare l'attenzione dello spettatore e a ribaltarne la prospettiva. Le mostre più recenti si sono tenute a POTCB (Orleans), La Vigie (Nîmes), La Vallée (Bruxelles), Galerie Thaddeus Ropac (Pantin), Camille Lambert art center (Juvisy) e all'Abbazia di Quincy (Tanlay).

Lock and Key, 2021
disegno progettuale
125x60x50 cm
Progetto per il Premio in Sesto 2021

Hope, 2021
gesso, resina epossidica e poliestere
21x10x16 cm