Mappe di colore

Walter Zironda

Di fronte ad un’opera di Walter Zironda ci si può domandare che cosa si stia osservando, ovvero se l’immagine sia costituita da porzioni di colore dalle qualità evocative, oppure da una forma imprigionata tra le pennellate. La risposta probabilmente comprende entrambe le soluzioni. L’artista di origini vicentine si muove infatti sulla doppia dimensione della rappresentazione e dell’astrazione, sviluppando un linguaggio non figurativo ma al contempo allusivo. Per questo motivo la pittura di Zironda non può essere definita completamente astratta, poiché anche se non si distingue un soggetto, è come se al di sotto del colore si celasse una figura trasfigurata dal passaggio del pennello. La ricerca pittorica prende avvio da una forma – un corpo che nei lavori dichiaratamente figurativi assume la carnosità tipica dei dipinti di Bacon – la cui percezione, in seguito al processo di astrazione, è resa possibile da un sensibile valore plastico, piuttosto che da tracce formali residue. L’impressione è che il soggetto, annidato all’interno dell’opera, venga animato da un’energia interna così potente da farlo esplodere o spostare nello spazio. I movimenti nati da torsioni e allungamenti, la cui estensione deve rispettare i limiti fisici delle estremità del corpo, si traducono nell’andamento dinamico del colore che rende le forme indistinguibili. La tavolozza, simile a quella utilizzata da Lucian Freud per i suoi nudi, è complice di questa visione, in quanto composta da colori terrosi e da tinte tendenti all’incarnato. Inoltre, a livello cromatico, i toni più scuri del marrone e del nero conferiscono un carattere di maggiore intensità al dipinto, introducendo uno stato d’animo di ambiguità e turbamento.

Il soggetto fondante l’opera, di qualunque natura esso sia, è il punto di partenza del processo creativo. Ciò è dimostrato non solo dal fatto che lo stesso artista definiva la sua pittura come un’azione grafica, ma anche dai titoli delle opere più astratte, tutte eloquentemente denominate “Forma”. Partendo dalla figura, ciò che determina la sua deformazione è la presenza di una situazione emotiva interna, sia essa rabbia, angoscia o inquietudine, che diventa la causa scatenante del moto concitato dell’immagine. La percezione di conflagrazione – trattenuta ma comunque indirizzata verso l’esterno – viene amplificata dalle dimensioni considerevoli del supporto e dall’organizzazione spaziale: è come se il colore fosse concentrato in un nucleo fluttuante e sospeso, che in seguito esplode (o implode) entro l’atmosfera rarefatta della tela. Il corpo che si nasconde tra le pennellate, proiezioni dei movimenti che esso compie, rivela la sua presenza non solo grazie al senso di plasticità che fa trapelare, ma soprattutto grazie alla tensione emotiva che emana, un’energia che dal suo centro si dissolve gradualmente nello spazio.

Walter Zironda, Forma, 2015
olio su tela
150x150 cm

Walter Zironda, Forma, 2015
olio su tela
100x150 cm