Cesare Galluzzo

Un elaborato equilibrio tra oggetto concettuale, pensiero filosofico e sequenza grafica è ciò che si cela dietro le opere di Cesare Galluzzo. L’artista avvia la propria ricerca estetica intorno al tema dell’architettura e soprattutto del viaggio, sia fisico che sensoriale, restituendo opere caratterizzate dalla ritmicità delle componenti e dall’uso di materiali che si mimetizzano rendendo visibile l’opera un poco alla volta così come, nel tempo e nello spazio, è graduale il mutamento delle strutture che l’artista prende a modello per i suoi lavori. Ragionando intorno al rapporto tra architettura e pittura, servendosi della prima per purificare la seconda, Galluzzo giunge alla produzione di installazioni scultoree in cui attua un processo di privazione di peso e di consistenza delle strutture che prende in esame al fine di farne emergere l’essenzialità, il “grado zero” come ad esempio in Domus (2013).
A tale scopo alla base del linguaggio artistico di Galluzzo si trovano il segno grafico e la linea, che richiamano gli albori dell’arte con i primi disegni nelle caverne quando per la prima volta si ebbe la percezione dell’esistenza di uno spazio simbolico separato da quello reale di cui si proponeva una rappresentazione.
Fondamentale per Cesare Galluzzo è la ricerca della condivisione con il pubblico in quanto le sue opere devono essere punti di avvio di riflessione, non risposte. Inoltre ricerca un dialogo con l‘ambiente in cui sono allestite le opere, poiché non è tanto importante la forma assunta dall’oggetto quanto piuttosto la carica emotiva che esso trasmette e il rapporto che instaura con ciò che lo circonda da cui si sviluppano percorsi visivi e percettivi.
Elemento caro all’artista, in particolare in quest’ultima fase della sua ricerca visiva, è il filo, che viene inteso, ad esempio in opere come Doctum doces (2013) o Salire cadere (2013), come elemento lineare che rende tangibile il vuoto e lo spazio che si crea tra gli oggetti su cui vuole focalizzare l’attenzione in quanto non luogo dove si vanno ad instaurare le relazioni.

Serena Piva

Cesare Galluzzo (Milano, 1987) vive e lavora a Milano dove frequenta la Facoltà di Architettura Ambientale al Politecnico. Dal 2005 espone in mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati tra cui si ricordano la Fabbrica del Vapore a Milano; Fioretto Arte Contemporanea ad Abano Terme; Colossi Arte Contemporanea a Brescia. Ha partecipato a diversi premi vincendo il premio Creare, Guardare e Mangiare con lo chef Giancarlo Morelli nel 2011, il Premio Nocivelli del 2012 e Arteam Cup nel 2015 a Venezia.

SP

Dove l’acqua sa di sabbia, 2013
smalto su legno, lino e canapa
6 elementi da 250 a 350 x Ø 8 cm

Dove l’acqua sa di sabbia (particolare), 2013
smalto su legno, lino e canapa
6 elementi da 250 a 350 x Ø 8 cm

Domus, 2014
carta e legno
10 x Ø 18.9 cm