Premio In Sesto

Sasha Vinci

(Modica, 1980)

Artista eclettico, Vinci sperimenta con performance, installazione, scultura, disegno, scrittura, fotografia, video e sound art, interrogandosi sulle questioni sociali, politiche e ambientali attuali. Ogni progetto, quasi sempre site specific, è un’azione pubblica fortemente simbolica, indirizzata alla collettività, per dissentire alle problematiche dell’esistente ed acquisire nuovi codici di comportamento civile. La sua ricerca indaga il tema del “Multinaturalismo”, un processo in cui l’artista combina il mondo umano, animale, vegetale e minerale in nuove morfologie con uno sguardo rivolto verso un futuro sostenibile.
Per questa mostra espone la nuova produzione site specific Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere (2022) concepita appositamente per le Antiche Carceri e che dà titolo anche al progetto per l’opera pubblica. Vinci invita il visitatore ad interagire con questa installazione rotante e azionarne il movimento. Si tratta di un corpo scultoreo poligonale - arricchito da un pennacchio, una fotografia e un intervento audio - composto da diciotto disegni di campiture monocrome differenti che, durante il movimento, si fondono dando origine al bianco. Nel cancellare le azioni sociali e politiche di Pasolini Vinci offre al visitatore la possibilità di scrivere un nuovo futuro.

Il progetto per il Premio In Sesto

Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere

Sasha Vinci per Piazza VI Novembre propone un’installazione di ispirazione poetica e impegno politico. L’artista parte dalle riflessioni di Pasolini sul tema del corpo dell’operaio - il titolo è infatti frammento di una citazione pasoliniana tratta dai Saggi sulla politica e sulla società - e la inserisce in un orizzonte più ampio, interrogandosi su quali siano, oggi, i limiti e le necessità dei corpi di tutti, in relazione al sistema sociale ed economico. Vinci propone una installazione in Corten, che si compone di diversi elementi, alcuni impilati e altri singoli da abitare. Alcune forme richiamano il guscio della tartaruga - archetipo antico che richiama molteplici significati: grembo materno, solidità, saggezza, volta celeste - altre un ottaedro, un poligono duale simbolo di aria e mente, maschile e femminile, coscienza spirituale e forza vitale. I singoli moduli si trasformano in una cassa armonica per far echeggiare la voce o in un rifugio da abitare per nascondersi. Questa installazione è concepita come un dispositivo giocoso che stimola bambini e adulti a esprimersi, giocare, preservare il loro stato di purezza e libertà.

Sasha Vinci vive e lavora tra Scicli e Milano. Ha studiato Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e attualmente collabora con la galleria d’arte aA29 Project Room di Milano. Nella sua ricerca artistica sperimenta differenti linguaggi – performance, scultura, disegno, pittura, scrittura, musica – interrogandosi sulle problematiche dell’esistente. Ogni progetto è un’azione civile in cui arte e collettività si combinano in un atto che l’artista definisce “performance culturale” per dissentire alle problematiche politiche e sociali del proprio tempo e acquisire nuovi codici di comportamento.

Sasha Vinci, Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere, 2022
(disegno) legno di tiglio, vetro, carta carbone, inchiostri naturali e sintetici, piume, ferro, suono
misure variabili

© Sasha Vinci e aA29 Project Room

Sasha Vinci, Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere, 2022
(disegno) legno di tiglio, vetro, carta carbone, inchiostri naturali e sintetici, piume, ferro, suono
misure variabili

© Sasha Vinci e aA29 Project Room

Sasha Vinci, Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere, 2022
(disegno) legno di tiglio, vetro, carta carbone, inchiostri naturali e sintetici, piume, ferro, suono
misure variabili

© Sasha Vinci e aA29 Project Room

Sasha Vinci, Ecco una terra non ancora colonizzata dal potere, 2022
(disegno) legno di tiglio, vetro, carta carbone, inchiostri naturali e sintetici, piume, ferro, suono
misure variabili

© Sasha Vinci e aA29 Project Room